sabato 21 novembre 2015

La chiamano generazione Bataclan

In cuffia gli Eagles of Death Metal. Così mi ritrovo a pensare che io, un gruppo così, sarei andata a sentirlo, eccome.
Ci penso da quando è successo il fattaccio.
La mia memoria visiva manda in loop una piccola didascalia sotto una foto, che da giorni gira sul web: fan de musique. L'hanno chiamata generazione Bataclan, quella che venerdì sera era nel locale parigino a godersi una pinta di musica dal vivo. Così, succede che non faccia fatica alcuna a riconoscermi in quei sorrisi ignari. Questo mi manda ai matti.
On air  High Voltage, quelle persone sono io. 
Quelle che esiste un BrickLane in tutte le città, portamici, tra sushi e un caffè marocchino, tra biblioteche in ghetti ebraici e bombilla di Mate. Sono quelle degli incontri letterari a casa di uno sconosciuto, e del mercoledì vegano. Sono quelle della barba lunga e baffi a punta; dei filtri di Instagram, tra un sorso e una risata con lo sconosciuto accanto. Sono quelle dei viaggi Discovery, che magari festeggiano la laurea con un lancio in tandem. Quelle che il venerdì sera è concerto live, tra una birretta e un Moscow mule, un largo cappello maschile di traverso e rossetto rosso sulle labbra. Quelle che domani è sabato e stasera voglio non pensare. Quelle del bello st'accordo provo ad inserirlo nel mio pezzo. Quelle delle luci troppo basse e la risoluzione pessima. Quelle del vado ad ascoltare i miei amici suonare, vieni con me? Son bravi. 
Insomma, quelle che ho trent'anni e solo ora comincio a gustare il buono delle cose, senza fretta.
On air Stuck in the Metal with you mi sta dicendo che continueremo a fare capolino nelle prime file, cantando canzoni che non conosciamo, muovendo la testa fuori tempo. Al termine di ogni pezzo alzeremo le corna in alto, e l'unica cosa che spareremo sarà un urlo liberatorio. 
Peace, Love & Death Metal.