venerdì 30 ottobre 2015

Probabilmente 21 VIII 15

                                                                                                                       probabilmente 2:05 p.m.

Ai Fori il magone arriva ad un peso specifico insostenibile, e mai avrei pensato.
Roma è la conferma che ciò che credevi scontato non si lascia scontare. Ogni volta stupisce.
Rivivo tutto, gli eventi s'incastrano come a stropicciare un libro, per un attimo penso di aver fatto una cazzata, la scelta sbagliata. Mi convinco del contrario.
Mi alzo, il magone ora è diventato piombo, le lacrime renderebbero tutto più facile, a saperle attivare. Il pianto dentro è soda caustica, e io non posso concedermi l'ennesima ulcera sentimentale. Meglio camminare.

                                                                                                                        probabilmente 3:19 p.m.

Cartoline mentali.
Ora, terra di Siena, a Roma. Quarantagradi. L'arsura, il vento che soffia sollievo.
La parte che dà verso Monti è luminosa, nobile, seppur decaduta. Si mostra pudìca, a nasconder i reali intenti.
Sulla destra, proseguendo, i Fori: sornioni, dal ronfo bonario.
Il vento caldo, ancora. Ci si illusiona che rinfreschi.
Sento già la mancanza di questi momenti, prima ancora che giungano al termine e si eclissino.
Oggi non andrò a Madonna dei Monti, sarebbe dura, lì ci sono troppi ricordi sotto chiave. Non sono posti, sono luoghi, i miei. E me ne rendo conto ora, nel momento in cui me li strappo da dosso.


                                                                                                                        probabilmente 4:07 p.m.

Sono giunta, attraverso il roseto. Sono tornata, again.
Ho deciso di chiudere il cerchio qui, dove tutto ha avuto inizio.
Questo posto l'ho sempre sentito mio, dalla prima impronta nel pietrisco malmesso. Non credo sia per una motivazione speciale, forse per empatia. Il Giardino degli Aranci ha deciso di adottarmi, da subito, e di mostrarsi in tutta la sua bellezza. Ed è proprio il suo orgoglio, fatto mio, che mi ha spinto a mostrare l'Aventino, i suoi colori, i suoi silenzi, le sue nicchie massoniche a tutte le persone che hanno condiviso con me questo shottino di vita.
Qui mi sono innamorata di Roma, qui ho tatuato una promessa carnale, un accordo di intesa e di voglia. Mi sono affidata e fidata. Ed è qui che concludo.
.




Nessun commento:

Posta un commento