Non crede
all’onomastico, ma è gentile. Prega la Madonna, le dicono. Certo. Ma poi non lo
fa, o lo fa per finta.
Non piace la
Madonna, le ricorda un Ex voto. A lei piace Lui, il figlio, quello che si è
immolato, col sangue nel bicchiere.
Fiore non è fatta
per le donne. Madre perdonami, ma io sono uomini.
La vita è
stata tirchia, fin da piccola. I punti rossi, che nessuno riusciva a spiegare:
uscivano sulle gambe , ma faceva male lo stomaco.
Pubertà
turbolenta, la sua: voglio stare coi grandi, gli stessaetà proprio no.
Fiore aveva
16 anni, lui 25, aveva la macchina.
Fiore aveva 17 anni, lui 26, aveva la moto. E così, un
flusso. A tapis roulant.
Il primo botto, preso con filosofia. “Ragazzi la birra è
strana” “Bevi Fiore”. Le altre Maria Maddalena ora sono nel panico, un panico
pregno di ormoni. Fiore stoica beve, in qualche modo torneremo a casa, verranno
a prenderci.
Diciotto anni,
coi sogni appesi. La professoressa con le calze rotte, carta stampata al
braccio, sentenzia. La madre ha delegato lei, parvenza di saggezza. Devi essere
forte, sei grande e questa cosa puoi affrontarla.
S’annebbia
il già visto, sotto l’acqua salata, ti bruciano gli occhi.
Per la prima volta, Fiore ha la sensazione buco: tutto si
accartoggia, un vuoto che pesa cento chili e che sbatte a terra. Non cade, in
barba alla gravità. Non cadrà, spesso.
Fiore ha solo 18 anni.
L’università:
devi studiare, ma è tutto frastuono. Chiavi a terra, porte chiuse, i NO, la
volontà che si sforza e rigetta il reale appuntito. Lexotan, Serenase, Lexotan,
Keppra. Vetro-petrolio-vetro-acquaraggia. Già, tanta raggia.
Obama
presidente alla tv, è importante, fate silenzio.
Fate silenzio
perché la testa pesa, fate silenzio perché io voglio stare coi libri sotto al
braccio: Salinger e Fenoglio. Fate silenzio perché non si può star fuori la
sera, con l’inferno dentro le mura. Fate silenzio perché ha solo vent’anni.
Fiore ha solo 20 anni.
Tempi sballati, nullafacenza: l’università è bella, per chi non ha cazzi per la
testa.
Viaggio,
viaggio, distributore inglese, spagnolo, portoghese. Ora è un’altra, viaggia,
riparte, ma poi torna.
E girare la chiave nella serratura: il peso-macina. Lexotan. Keppra. Si richiude, e ri-esce.
Fiore è in giro, da
sola il treno. Da sola gli alberghi, da sola i tram. Le città si conoscono
così, cammina.
Fiore ha 22 anni. A Firenze da sola. A Milano da sola.
Cammina.
Boom boom, chiudi la porta a chiave, lui dov’è? Chi scappa.
Levategli la patente. Sarà un problema. S’incazzerà. Sarà un dramma. Lexotan,
Keppra e Serenase.
Fiore mette
il calzino rosso e l’altro blu, ora ha i capelli come quelle del circo, ma dove
vai? Cosa è quello? Il vestito di nonna? Che cazzo vuol dire vintage? Ma
come ti trucchi? Ma che quadri vuoi vedere? I libri che? I viaggi che? Ora
basta, esci dal tuo mondo e torna alla vita reale. Fiore non essere strana. Fiore
perché fai così? Devi uscire il sabato, il sabato è fatto per uscire. Fiore così
ti fai male. Fiore non farti queste cose. Smettila di fare quella che guarda in
su. Fiore esci- Fiore entra.
Ha solo 23 anni. Una valigia, stavolta grande.
Dove vai?
Non lo so.
Sei mia
sorella, devi aiutarmi. Faccio quello che vuoi. Fiore basta, non potrai
scappare in eterno. Va bene, tu sei più brava, va meglio ora?
Smettila,
fai soffrire chi ti sta attorno. Giuro: ora faccio la brava, basta cazzate.
Lasciate a Fiore solo il rosso e il blu. In fondo non chiede altro: calzini
spaiati.
Faccio la
brava, metto da brava. Giusto così. Deve andare così. Come va lìggiù? Male,
sempre peggio.
Il buco: il fuso
entra nello stomaco, esce dalla schiena. Va tutto bene, continua: tu devi, va così.
Ma lasciatele i calzini spagliati.
Fiore ha solo 24 anni.
Trantran, metro,
corri, luci, cera, aranci e pietre. Tran: tram, luci, sesso e barbiturici,
birra, asfalto, sesso e banconi. Quadri, verde. Nella città che ama. Lì dove
vuole stare.
Fiore
cammina da sola. Sta bene sola. Cammina, e cammina ancora.
Stava bene sola quando ha cominciato a star male, tanto male,
troppo male.
Un calzino
rosso e uno blu. Il (ver)detto: Fiore è un mutante bicolore. Dai, non scherzare.
Un’eroina. Non scherzo. Quelle cose che metti in ordine GSTM1 e torna tutto a(p)posto?
Negativo.
Va bene.
Fiore ora è una roccia monca. Deve esserlo.
è sola nella
stanza seria, è sola con la sentenza di toro bianco seduto. Lei dice va tutto
bene, brutto pinguino stetoscopico. Le viene detto: cambia vita.
E cambiamola
sta vita. L’hai scelto tu? No, la vita.
Voci di onde
radio: sii forte, non può essere altrimenti. Noi siamo di un’altra pasta, non
fare la molliccia.
No, scherzi?
Se supera questa, sola, è fatta. Allora è fatta. Non si supera, ma ti sfido, ti
prendo per le corna.
Fiore ha 25 anni. E’ solo una ragazza coi calzini spaiati.
Corri, treno, libri, libri, treno. Non c’è tempo. Non si
concede, il tempo. Ma io sono stanca. Corri, non c’è tempo. Ma io, magari gli
altri. Gli altri sono altrove. Mica che stanno dentro te? Non rompere. Niente ma.
(in
differita) Come va? Ma come fai? Hai i controcojoni, donna. Si sente spesso, lo
dicono spesso.
Tutto molto
semplice: Fiore non ha avuto scelta. Dici? No. Diglielo. No, niente alibi. Ce
la faccio. Toro bianco seduto, ti prendo per le corna.
Io
lo so che lui aspetta.
Telefono. Quella
telefonata, è nella scatola nera del cervello. Ma perché? E mo come faccio?
Nonostante
tutto, Fiore lo fa.
Come ha
fatto? Nessuno lo sa. Coi controcojoni del vedi sopra, probabilmente. E’
martedì.
Ora corri, Fiore corri sulle parallele di rame e acciaio.
E’ venerdì. E’
notte. Ora è tra le sue braccia. Sono le tre. E’ notte. Tra le sue braccia, per
un'ora, tra le sue braccia. Non lo toccate. Lasciate a Fiore il tempo di espiare le colpe. Chiudo io la sua bocca, non lo toccate. Per un'ora. Il braccio si
addormenta.
Mi ha
aspettato. E’ notte. Fiore ora è calma. Insieme a lui, tra le sue braccia, ha
aspettato che lei tornasse a casa.
Fiore ha 28 anni. E voleva solo essere una ragazza.
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